Disforia di genere
Con questa espressione si intende il disagio percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico o nel genere assegnatogli alla nascita.
Sesso e genere non sono la stessa cosa, non a caso l’errore più diffuso è quello di confondere l’identità sessuale (caratteristiche biologiche) con quella di genere (ruolo assunto pubblicamente): nel caso ci sia disarmonia tra questi aspetti, si parla di “Disforia di Genere”.
Questa incongruenza non è di per sé patologica, ma è patologico ciò che ci capita in correlazione ad essa, come ansia, depressione, disturbi dell’alimentazione, autolesionismo, ideazione suicidaria.
La Disforia di genere si può manifestare in tutte le fasce d’età, anche se in maniera differente e con diversi esiti.
Gli adulti, però, in particolare possono maturare il desiderio di liberarsi delle caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie per acquisire quelle del genere opposto.
Il disagio deriva dal fatto di doversi comportare come membri di un genere in cui non si riconoscono, ma che è stato loro assegnato (atteggiamenti, abbigliamento, ecc.).
Inoltre il desiderio di cambiamento non riguarda solo i soggetti di sesso maschile (MtF) che rappresenta la casistica più frequente, ma anche quelli di sesso femminile (FtM).
La psicoterapia ha lo scopo di esplorare le varie identità/ruoli/espressioni di genere, modificare l’impatto negativo della Disforia di genere e dello stigma sociale sulla salute mentale, alleviare la transfobia interiorizzata (cioè la vergogna per la propria condizione), migliorare il supporto sociale e l’immagine del proprio corpo, nonché di promuovere la capacità di recupero.
Il percorso psicoterapeutico si affianca, nell’ultima fase, ad eventuali trattamenti ormonali e/o chirurgici.
