La relazione con i farmaci Alessandria

La relazione con i farmaci

La relazione con i farmaci Alessandria

“Ho provato tutto e finora niente ha funzionato.”

Quando si parla di farmaci per la salute mentale è importante capire che il l’effetto chimico è solo una parte dell’impatto. Il resto ha a che fare con pensieri, sentimenti e aspettative del paziente nei loro confronti.

Speranza, paura, potenziale delusione: si tratta di una scelta che potrebbe significare più di quanto pensiamo.

Tutte le parti interiori del paziente, dunque, devono essere d’accordo con la decisione di assumere  dei farmaci. I sentimenti di ambivalenza nei loro confronti possono comprometterne l’efficacia. Per questa ragione è opportuno che la psicoterapia accompagni il trattamento farmacologico per rafforzarlo.

“Penso che ci sia una parte di me che onestamente non vuole migliorare.”

Sentirsi bene è un grande peso, a volte, soprattutto se sappiamo quanto possa essere cocente la delusione quando la condizione di benessere invece ci abbandona.

Questa parte del paziente, se non ascoltata, potrebbe interferire con gli effetti dei farmaci.

Pensiamo all’effetto placebo: se a volte otteniamo una risposta da un farmaco quando crediamo soltanto di prenderlo, è vero anche il contrario, una parte di noi, allo stesso modo, potrebbe bloccare la risposta di un farmaco.

Un passo importante dunque è lavorare, in sede di psicoterapia, perché il paziente riesca a distinguere i sintomi dai sentimenti.

I farmaci infatti trattano i primi, non i secondi. I sintomi (panico, depressione, irritabilità, insonnia, ecc.) hanno una base biologica, mentre i sentimenti (tristezza, solitudine, angoscia, rabbia) sono mediati psicologicamente.

Naturalmente i sintomi spesso causano sentimenti spiacevoli e i problemi psicologici innescano a loro volta risposte biologiche.

Il compito del terapeuta sarà quello di determinare quanta parte dell’esperienza del paziente è psicologica, e dunque deve essere elaborata in terapia, e quanta è biologica e potrebbe essere dunque affrontata con i farmaci.

Spesso non si tratta di una scelta o di un’altra, ma di una combinazione di entrambi.

La scelta è di per sé un momento fondamentale del trattamento. È importante infatti che il paziente, messo adeguatamente al corrente sulle proprietà e gli effetti di un determinato farmaco, decida in autonomia se assumerlo o meno, in piena consapevolezza di tutti i pensieri ad esso relativi.

Ovviamente il lavoro del terapeuta con il paziente non finisce con l’inizio dell’assunzione. Il terapeuta infatti lo aiuterà a esplorare regolarmente la sua esperienza interiore con i farmaci, i sentimenti mutevoli nei confronti degli stessi, le risposte, sia mentali sia fisiche, prima, durante e dopo il tempo dell’assunzione.

Lo scopo è quello di aiutare i pazienti a dare voce alle loro complesse risposte emotive all’assunzione di farmaci e dunque di migliorarne il funzionamento.


Ambiti d'intervento

  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo
  • EMDR
  • Disturbi Conseguenti ad Aventi Traumatici o Lutti
  • Stress e Disturbi Psicosomatici
  • Lgbtqia+
  • Disforia di Genere
  • Ansia o Preoccupazioni Generalizzate
  • Attacchi Di Panico o Fobie Specifiche
  • Fobia Sociale e Rifiuto Scolastico
  • Depressione
  • Ipocondria
  • Autolesionismo e Rischio Suicidario
  • Disturbi Alimentari
  • Bassa Autostima
  • Consulenze in Caso di Separazione o Mediazione Familiare.
  • Disturbo Bipolare
  • Abuso e Dipendenza da Sostanze
  • Enuresi
  • Disturbi dell'apprendimento: Dislessia, Discalculia
  • Difficoltà a Stabilire e Mantenere Relazioni Sociali e Comportamento Impulsivo

Dott.ssa Elena Paiuzzi - Psicologa e psicoterapeuta a Alessandria

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Ultima modifica: 10/06/2016

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