Il nervo vago è il decimo nervo cranico ed è responsabile di funzioni essenziali, come l’attività motoria dei muscoli di laringe e faringe, ma agisce anche sui battiti del cuore, sulla digestione, sul metabolismo, sulla termoregolazione.
Alcune teorie sostengono che le funzioni di questo nervo abbiano a che fare anche con il comportamento sociale, ossia che il vago, appunto, intervenga nell’espressione di parecchi aspetti comportamentali, psicologici e fisiologici.
La regolazione del sistema nervoso autonomo è una questione di bilanciamento tra sistema simpatico e parasimpatico, entrambi a contatto con il vago. Per questa ragione uno sbilanciamento, in questo senso, potrebbe essere indizio di disturbi psichiatrici o del comportamento.
Il sistema nervoso dei mammiferi ha sviluppato nel tempo delle strutture che reagiscono alle sollecitazioni esterne per garantire la sopravvivenza dell’individuo: saper distinguere gli amici dai nemici, valutare la sicurezza di un ambiente, ecc. A questo però si aggiunge che l’evoluzione del sistema nervoso autonomo è collegata con l’esperienza affettiva, dal momento che condiziona elementi come l’espressione vocale, la mimica del viso, la comunicazione vocale e dunque l’espressione emozionale e l’effettivo comportamento sociale.
Quindi questa teoria può fornire una spiegazione plausibile per parecchi disordini sociali, emozionali e di comunicazione.
Effettivamente diversi nervi craniali funzionano insieme al vago e creano un sistema che controlla aspetti come l’apertura delle palpebre, i muscoli facciali e dunque l’espressione delle emozioni, saper isolare una voce umana dai rumori di fondo, ingoiare cibi, orientarsi, ecc.
Tutti i muscoli coinvolti in questi processi agiscono insieme come filtri che attenuano gli stimoli sociali e determinano l'interazione con l'ambiente.
Un difettoso funzionamento di questo sistema può quindi rendere difficile uno spontaneo comportamento sociale, la partecipazione sociale, la manifestazione degli affetti, l'espressione verbale e lo sviluppo del linguaggio.
Dunque la stimolazione del nervo vagale può essere utile nel trattamento di alcuni disturbi legati al comportamento, o anche dell’epilessia o della depressione. Un certo tipo di oscillazioni e rotazioni del capo, per esempio, possono modificare la posizione del vago rispetto al cuore, perché agiscono sui recettori che controllano la pressione del sangue.
Ovviamente questa non è una strategia definitiva per porre fine a questi disturbi. Si tratta di una procedura che può migliorare la qualità di vita del paziente, nonché l’efficacia di altri trattamenti come la terapia psicologia.
Dott.ssa Elena Paiuzzi - Psicologa e psicoterapeuta a Alessandria
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Ultima modifica: 10/06/2016
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